My Way 14 – A mi manera, modulazioni sullʼincomparabile delle nostre pratiche

«Lʼuno è un uccello ribelle», dice graziosamente Jean-Claude Milner, mentre esplora, nella sua bella opera Lʼuniversale in frantumi [1], «il labirinto mutevole delle metamorfosi»[2] che annoda il romanzo dellʼuniversale ai limiti della parola.
La solitudine degli esseri parlanti è insita al fatto che parlano. È quando e perché sua madre si allontana che il bambino può iniziare a parlare e avviare la circolazione del suo desiderio. Preoccupato di preservare questo, nel 1963 Lacan ha eretto a dovere «la massima di opporsi al […] tiranno»[3], quando egli si arroga il potere di asservire questo desiderio.
È con questa vigilanza sempre allʼerta che si inventano, da allora giorno dopo giorno, delle pratiche singolari nei diversi luoghi di lavoro in cui la psicoanalisi dispiega il suo campo di azione.
Lʼavete già capito, questo numero di My Way vi presenterà diversi modi di accogliere la lalangue dei parlesseri, suscettibili di costruire con essi le soluzioni singolari che convengono loro.
Scoprirete unʼabbondanza di posizioni singolari: Lacan, lʼanalista fuori dalle norme più vicino possibile al desiderio, presentato attraverso lʼurgenza di far intendere una giusta osservazione al soggetto e di estrarre lʼoggetto indicibile, talvolta operando fuori dai muri (Rose-Paule Vinciguerra), il direttore analista sensibile al padre che dice sì per mettere olio negli ingranaggi del desiderio (Bernard Seynhaeve), lʼanalista fisioterapista dellʼanima psicotica che rende più flessibili le aderenze della lingua (Pierre Sidon), lʼuso del sembiante dellʼesperto in prigione in contrasto con lʼimperativo di una giustificazione (Hélène Bouvy) e, infine, la scelta imperiosa che si impone a tutti i praticanti della psicoanalisi, quella di essere dalla parte del soggetto contro la società (Ruzanna Hakobyan, alle prese con la salute mentale ottimale in Québec).
Traduzione di Marianna Matteoni
[1] Milner J.-Cl., L’universel en éclats, Cours de traité politique, Paris, Verdier, 2014, p. 151.
[2] Ibidem, quarta di copertina.
[3] Lacan J., «Kant con Sade», in Scritti, Einaudi, Torino 1974, p. 784.
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