Editoriale My Way n. 24

Nellʼargomento delle prossime giornate di PIPOL di cui è direttrice, Patricia Bosquin-Caroz ci incoraggia a pensare fuori dalle norme.

La psicoanalisi scommette sullʼincontro per «far avvenire lʼincomparabile lettera intima del parlessere», precisa. La psicoanalisi e la sua etica del ben-dire non invitano il soggetto a normalizzarsi, ma a fare sorgere la sua singolarità, questo marchio del linguaggio che traumatizza il suo corpo, al fine di fare con la sua differenza. Nel momento in cui scrivo queste parole, in Francia, la differenza di ognuno ha saputo trovare una strada per continuare ad esistere senza diventare un marchio indelebile verso una morte certa. Al contrario, questa differenza, questo marchio singolare, intimo, privato, ha riunito più di due terzi dei votanti contro lʼodio. La pulsione di morte non ha preso la strada dellʼespressione dellʼOdio ma del suo opposto, lʼamore, e, in particolare, in questa domenica 7 maggio, dellʼamore del legame con lʼAltro dal lato dellʼEros, mettendo a tacere Thanatos, che sfida il legame con lʼAltro e disperde (Cfr. Intervento di J.-A. Miller, «Enfants violents», in occasione della quarta giornata de l’Institut de l’Enfant, inedito).

Questo Eros si ritrova nellʼerotica, dove il legame con lʼaltro nellʼatto dʼamore «è poesia», come Evagelia Tsoni ci mostra. Anche la poesia crea la lingua, «la nostra lingua è viva e in continua costruzione», ci ricorda Katty Langelez-Stevens riferendosi al Seminario XXIII.Il Sinthomo: «una lingua è viva in quanto la creiamo ad ogni istante». Marie Laurent ci illustra come, per difendersi «dal reale che il soggetto incontra», con la creazione artistica, letteraria, o con la creazione soggettiva in un sithomo, il soggetto aggiusti una supplenza, un «fare con» un nodo supplementare quando il legame con lʼAltro è disfatto, come avviene nelle dipendenze, che hanno di mira «un godimento che non è legato alle leggi del linguaggio», secondo la bella espressione di Vic Everaert.

Traduzione di Marianna Matteoni