Ciascuno a modo suo
Il Blog di PIPOL 8, che raccoglie una serie di testi sulla clinica fuori dalle norme, ha come titolo : « My way ». Va da sé sentire subito le voci di Frank Sinatra, Mike Brant, Elvis Presley, Shirley Bassey, e di altri cinquecento cantanti che hanno ripreso la canzone di Claude François.
Ascoltandola, mi sono posto la questione di sapere che cosa significava la parola Way.
James Joyce[1], adolescente, adorava trascorrere le ore a leggere il dizionario etimologico di Walter William Skeat[2]. Ho quindi comprato il dizionario, nella sua edizione del 1925, ma la nota su questa parola non mi ha soddisfatto. Di conseguenza, ho guardato in altri dizionari che avevo a mia disposizione.
Quando si sente Way, si pensa, in un primo momento, a « cammino », a « strada » (road), a « via » (Milky Way, via lattea), a « direzione » (which way?), a « distanza » (a long way), o a « movimento ». Way qui è una parola imparentata con la radice germanica Weg.
Ma apprendo, in un altro dizionario[3], che la parola Way ha preso un altro senso, che non è per niente legato alla radice Weg, ma ad un’altra radice, che permette di capire, e tutto ad un tratto, di distaccare, tutto un altro campo semantico della parola Way. Questo vecchio dizionario, nell’edizione del 1843, mi dice : « mezzo », « strumento », « metodo », « maniera », « piano », « condotta », « azione ». e l’autore di questo dizionario inglese, l’ironico Samuel Johnson, conclude questo articolo su Way con queste parole : « Way and ways are now often used corruptly for Wise ».
Così, questo dizionario indica che la parola Way oggi include un’altra radice, non più solo quella di Weg, ma anche quella di Wise. Ora Wise ci rende sensibile a tutta un’altra cosa rispetto a « cammino », « strada » ecc. Wise si traduce in tedesco con Weise, e in fiammingo con Wijze.
Wise ci rende sensibile alla parola francese che lo traduce : « la guise », fare a modo proprio, alla propria maniera. Sono tanto più sensibile alla parola « guise » da quando l’ho trovata in un filosofo – che leggiamo ogni tanto, che anche Lacan ci fa leggere – Spinoza[4]. In effetti Spinoza usa numerose volte questa espressione: Wijze, in fiammingo, in un libro intitolato Breve trattato; Wijze che traduciamo anche con “modo”. Ora, di cosa parla questo trattato? Di Dio, degli uomini, della volontà, del desiderio, dell’amore e della felicità. L’aveva trovata, lui, in Dio.
“Ciascuno a modo suo”, non è esattamente la formula di colui che segue il suo modo di fare, fuori dalle norme, per inventare una regolazione rispetto al non c’è rapporto sessuale?
Traduzione : Michela Perini
[1] Joyce J., Stephen le Héros, in Œuvres, Paris, Gallimard, Pléiade, 1982, p. 341.
[2] Skeat Walter W., An Etymological dictionary of the English language, Oxford, 1882.
[3] Johnson S., Dictionary of the English Language, 1755( édition de 1843).
[4] Spinoza B., Breve Trattato su Dio, Editori Riuniti 1997.
This post is also available in: FranceseIngleseSpagnoloOlandese